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Cavolo cappuccio

Categoria: Orto

Il cavolo cappuccio (Brassica Oleracea var. capitata) è formato da foglie lisce e croccanti di colore bianco, rosso verde o viola, raggruppate a formare una palla compatta. Le foglie interne del cavolo cappuccio sono più chiare di quelle esterne in quanto non esposte alla luce. Il cavolo rosso (Brassica oleracea var. capitata rubra), rispetto al cavolo bianco è più ricco di vitamina C, ma contiene meno carotene ed il suo sapore è più dolce. Per quanto riguarda il panorama varietale, accanto ad ibridi come Head start, Entreprise, Hinova, Hidema, Rosso Rubis, Hitoma, sono ancora numerose popolazioni locali, quali Precoce di Napoli, Cuore di bue, Rotondo di Pisa e Testa di negro. Il cavolo cappuccio può essere consumato cotto o crudo in insalata. Se cotto, può essere consumato stufato, brasato, saltato in padella. Il cavolo cappuccio può anche essere fermentato. Da questa particolare trasformazione si ottengono i cosiddetti crauti.                                                                                                                       Altra varietà di cavolo coltivata in Italia è il cavolo nero (Brassica oleracea acephala sabellica). E' caratterizzato da foglie arricciate di colore verde scuro e forma allungata. E' utilizzato soprattutto in Toscana per la tradizionale ribollita, una minestra di fagioli con pane raffermo e verdure varie, tra le quali il cavolo nero.

Il cavolo cinese (Brassica oleracea pekinensis), originario della Cina e dell'Est, presenta un ceppo allungato e foglie ricce di colore bianco o verde pallido. La sua forma ricorda vagamente quella della lattuga romana. E' cucinato cotto o crudo, saltato in padella insieme ad altre verdure. E' un ingrediente degli involtini primavera serviti nei ristoranti cinesi.

Il cavolo marino (Crambe maritima) tipico delle regioni temperate. Si rinviene soprattutto lungo le riviere marine. Molto utilizzato in  Liguria. La parte edibile è costituita dalle foglie.

Il cavolo rapa (Brassica oleracea acephala gongylodes) è originario dell'Asia sud-occidentale. Presenta un fusto ingrossato e tondeggiante, di colore verde o purpureo (a somiglianza di una grossa rapa, che ne costituisce la parte commestibile). La polpa ha un sapore che ricorda quello della rapa e viene consumato sia crudo sia cotto.

Coltivazione: le zone a clima temperato sono le migliori per la coltivazione del cavolo. La pianta può essere gravemente danneggiata da gelate tardive che nei casi più gravi ne provoca la morte

Messa a dimora: in base al clima e alle varietà i cavoli possono essere seminati in settembre con raccolta in maggio-giugno, in gennaio con raccolta in giugno-luglio, in marzo aprile con raccolta estivo - autunnale, e in maggio-giugno con raccolta fino ai primi geli. Nell'orto si consiglia di seminare in maggio-giugno; un mese dopo le piantine si possono trapiantare

Irrigazione: le annaffiature devono essere periodiche e in funzione delle condizioni climatiche

Raccolta: si raccolgono in epoche diverse a seconda delle varietà e dell'epoca di semina e trapianto. Si procede come con le verze quando le teste risultano ben compatte.

Alternaria

Malattie

L'alternaria si conserva da un anno all'altro sui residui di piante ammalate e su ospiti spontanei. Le condizioni ottimali per il suo sviluppo sono l'elevata umidità ambientale ed una temperatura intorno ai 28°C. Questa malattia fungina è in grado di attaccare fusti, foglie e frutti delle piante. Viene anche comunemente chiamata "malattia della senescenza". Sui fusti possono comparire piccole macchie nere, ovali e ben delimitate che determinano l'appassimento della vegetazione sovrastante; l'infezione si può estendere con analoga sintomatologia alle ramificazioni contigue, ai piccioli, alle foglie e ai frutti. A livello di foglie la malattia genera macchie irregolari nerastre e necrotiche, tipicamente zonate in modo concentrico. Questa tipica conformazione viene assunta anche dalle macchie che compaiono sui frutti attaccati.

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